Natale è ormai un ricordo. Capodanno è passato (e io sono invecchiata!!!). L' epifania se n'è andata.
Quindi, che ci fa un pandoro qui oggi???
Ma...niente di che...semplicemente fa il vanitoso. Si mostra in tutto il suo splendore (dopotutto, è un Pan d'oro!), con ostentato orgoglio. E gli interessa proprio poco che ora ci sia metà popolazione a dieta dopo le feste (...mmm...e chi ci crede...) e metà che già si è buttata sulle frittelle di Carnevale.
Buono, lievitato bene, burroso ma non troppo, dolce ma non troppo, morbido e umido al punto giusto, molto digeribile...
Non potevo nasconderlo. Non potevo aspettare il prossimo Natale. Un anno da ora?...troppo. Sono gonfia di orgoglio tanto quanto il pandoro!!!
Il mio primo pandoro!!!
Cotto il giorno dell'epifania, assaggiato due giorni fa. Così buono, ma così buono...il più buono che io abbia mangiato. Ho dovuto parlare di lui qui.
Perdonate l'ironica vanità della mia introduzione...è il primo Pandoro che faccio, sarà da migliorare, riprovare, confrontare ricette (e tutto questo sì lo rimanderò al prossimo Natale). Comunque mi ha davvero soddisfatta, e vi segnalo quindi la ricetta.
L'originale arriva da Fables de sucre, un blog che ho scoperto da poco ma che consiglio a tutti perché è ricco di tante ricette, dolci, salate, di lievitati, tutte ben spiegate, e con due padroni di casa, Eva e Claudio, molto gentili e disponibili.
Qui la riporto con piccole modifiche negli ingredienti e nella procedura, adattati alle mie esigenze e alle capacità della mia impastatrice. Le dosi che riporto sono quelle per uno stampo da un chilogrammo; nelle foto vedrete degli stampi in più perché, dato l'impegno di un lievitato come questo, ne ho fatti 1,5 Kg.
Quindi, che ci fa un pandoro qui oggi???
Ma...niente di che...semplicemente fa il vanitoso. Si mostra in tutto il suo splendore (dopotutto, è un Pan d'oro!), con ostentato orgoglio. E gli interessa proprio poco che ora ci sia metà popolazione a dieta dopo le feste (...mmm...e chi ci crede...) e metà che già si è buttata sulle frittelle di Carnevale.
Buono, lievitato bene, burroso ma non troppo, dolce ma non troppo, morbido e umido al punto giusto, molto digeribile...
Non potevo nasconderlo. Non potevo aspettare il prossimo Natale. Un anno da ora?...troppo. Sono gonfia di orgoglio tanto quanto il pandoro!!!
Il mio primo pandoro!!!
Cotto il giorno dell'epifania, assaggiato due giorni fa. Così buono, ma così buono...il più buono che io abbia mangiato. Ho dovuto parlare di lui qui.
Perdonate l'ironica vanità della mia introduzione...è il primo Pandoro che faccio, sarà da migliorare, riprovare, confrontare ricette (e tutto questo sì lo rimanderò al prossimo Natale). Comunque mi ha davvero soddisfatta, e vi segnalo quindi la ricetta.
L'originale arriva da Fables de sucre, un blog che ho scoperto da poco ma che consiglio a tutti perché è ricco di tante ricette, dolci, salate, di lievitati, tutte ben spiegate, e con due padroni di casa, Eva e Claudio, molto gentili e disponibili.
Qui la riporto con piccole modifiche negli ingredienti e nella procedura, adattati alle mie esigenze e alle capacità della mia impastatrice. Le dosi che riporto sono quelle per uno stampo da un chilogrammo; nelle foto vedrete degli stampi in più perché, dato l'impegno di un lievitato come questo, ne ho fatti 1,5 Kg.
Con questo lievitato natalizio (anche se il tema è diverso, è pur sempre un gran buon lievitato da provare!) partecipo alla raccolta di Panissimo,
PANDORO CLASSICO (ricetta maestro Francesco Favorito)
Dose per un pandoro da 1 kg
in rosso le mie modifiche
Primo impasto
115 g lievito naturale (rinfrescato tre
volte e maturo)
145 g farina 00 320-350w
25 g latte fresco intero
10 g tuorli
10 g acqua
60 g uova intere
85 g zucchero semolato
85 g burro
Secondo impasto
Primo impasto
220 g farina 00 320-350w
3 g sale
24 g mix aromatico per pandoro *
125 g uova intere
30 g tuorlo
10 g latte magro in polvere (io 20g latte)
130 g zucchero semolato
10 g burro di cacao (io cioccolato bianco fuso
sciolto nel latte)
100 g burro
*Mix aromatico per pandoro
20 g miele d’acacia
1 bacca di vaniglia
4 g Amaretto di Saronno o Rum
Scorza mezzo limone bio grattugiata
Scorza mezza arancia bio grattugiata
(io
ho usato due cucchiaini estratto di vaniglia al posto di vaniglia e liquore)
Preparare il mix aromatico il primo giorno, così da farlo macerare 24 ore: mescolare
in una ciotolina la buccia del limone e dell’arancio grattugiate, la polpa del
baccello di vaniglia, il miele e il liquore, coprire con pellicola e riporre in
frigo.
La mia tabella di marcia.
Ho rinfrescato il mio lievito una volta al giorno nei due giorni precedenti
il primo impasto, per rinforzarlo e riattivarlo bene. Passaggio non necessario
se avete già un lievito in salute e bello forte.
Primo giorno:
- dal mattino: tre rinfreschi del lievito madre, ogni circa 4 ore
- preparazione mix aromatico
- sera dopo cena: primo impasto
- durante la notte:
lievitazione (il volume deve triplicare)
Secondo giorno:
- mattina: secondo
impasto
- durante il giorno:
lievitazione (teoricamente 8/10 h con impasto a 28-30°C)
- sera: cottura…(io ho
cotto all’alba del terzo giorno a causa di un imprevisto forte calo della
temperatura ambiente a casa mia…)
Note
- Per entrambi gli impasti ho seguito un ordine di
inserimento degli ingredienti modificato rispetto alla ricetta originale, simile
a quanto insegna Adriano del blog “Profumo di lievito” per il panettone. In
particolare, non ho inserito tutta la farina all’inizio dell’impasto che sennò risultava
troppo duro e metteva in difficoltà la mia impastatrice.
- Dopo 10-15’ che si impasta, fermarsi ogni tanto a controllare che la temperatura dell’impasto non superi
i 26°C; in tal caso fermarsi e riporre in frigo per 15-20 minuti.
- Riporre in frigo gli ingredienti liquidi, ciotola e ganci prima di
iniziare aiuta a mantenere bassa la temperatura dell’impasto durante la lavorazione e sviluppare meglio la maglia glutinica.
- Incordatura: alla fine l’impasto risulterà leggermente appiccicoso e non si
aggrapperà del tutto al gancio. L’importante è che sia incordato, cioè che
abbia una buona elasticità (fare la prova
del velo: tirando un pezzo di impasto e allargandolo riesce a diventare sottile
tanto da essere trasparente senza perdere la coesione, senza rompersi).
- Pirlatura: si esegue per arrotondare l'impasto, dargli cioè una forma sferica che migliora la lievitazione; da fare con mani e piano di
lavoro leggermente unti; per questo impasto dolce va bene ungere con burro ma
io mi trovo meglio usando poco olio. Io ho rifinito meglio la pirlatura usando
la spatola di acciaio.
- Lievitazione: a 28-30°C (con temperature inferiori si allungano i tempi);
per il primo impasto, attendere che il volume sia triplicato.
- Stampo per pandoro in alluminio: quando è nuovo, prima di usarlo, cuocerlo vuoto per 20-30' in forno a 160-180°C, pena trovarsi con il primo pandoro cotto ma bianco esternamente e con cattivo sapore.
- Stampo per pandoro in alluminio: quando è nuovo, prima di usarlo, cuocerlo vuoto per 20-30' in forno a 160-180°C, pena trovarsi con il primo pandoro cotto ma bianco esternamente e con cattivo sapore.
Procedimento primo impasto
- Pesare tutti gli ingredienti; usare freddi da frigo acqua, latte, uova,
tuorli (ciò aiuta a mantenere bassa la temperatura dell’impasto).
- Inserire nella ciotola della planetaria il lievito madre spezzettato, circa
metà della farina, l’acqua, il latte. In questa fase ho usato il gancio a
foglia.
- Aggiungere un po’ alla volta le uova intere e il tuorlo, alternando con
zucchero e farina; prima di ogni aggiunta riportare a incordatura.
- Infine, inserire in più riprese il burro morbido, fermandosi per ribaltare
la massa 2-3 volte.
- Impastare fino ad avere una massa liscia, elastica ed omogenea (fare la prova
del velo per l’incordatura). (come nella foto sotto)
- Ribaltare l’impasto sul piano leggermente unto e pirlare (arrotondare) senza
usare farina per aiutarsi.
- Porre a lievitare coperto da pellicola in luogo caldo (28-30°C). Per meglio valutare l’aumento di volume l’ho messo in un contenitore dai
bordi dritti e ho segnato con un elastico il livello iniziale. L’impasto deve
triplicare (1+2), cioè deve crescere di due volte il livello iniziale.
Procedimento secondo impasto
- Pesare tutti gli ingredienti; usare freddi da frigo acqua, latte, uova,
tuorli (ciò aiuta a mantenere bassa la temperatura dell’impasto).
- Sgonfiare il primo impasto e metterlo mezz’ora in frigo per iniziare ad
impastare con una massa fredda (ciò aiuterà a formare da subito una buona
maglia glutinica ed assorbire tutti i liquidi che andremo ad aggiungere).
- Inserire nella ciotola il primo impasto, circa metà della farina, l’acqua,
il sale, il mix aromatico.
- Far prendere consistenza all’impasto, eventualmente aggiungendo un po’ di
farina presa da quella rimasta. In questa fase ho usato il gancio a foglia.
- Aggiungere un po’ alla volta le uova intere e il tuorlo, alternando con
zucchero e farina; prima di ogni aggiunta riportare a incordatura.
- Aggiungere a filo sciroppo di glucosio.
- Aggiungere a filo la miscela di latte e cioccolato fuso (raffreddata).
- Inserire in più riprese il burro morbido, fermandosi per ribaltare la massa
2-3 volte. E’ importante non perdere mai l’incordatura dell’impasto stando attenti a non scaldarlo troppo.
- Quando è incordata, serrare l’incordatura con il gancio a uncino. fare prova del velo.
- Ribaltare la massa sul piano leggermente unto e fare qualche piega a U (manovra "stretch and fold"). Passaggio non necessario ma utile a dare consistenza all'impasto e rinforzare la struttura della maglia glutinica.
- Pirlare con mani unte.
- Pirlare con mani unte.
- Riporre in una ciotola coprendo con la pellicola e procedere alla prima
puntatura dell’impasto ponendolo a lievitare alla temperatura di 30°C per circa
mezz’ora.
- Nel frattempo, ungere bene lo stampo con del burro fuso aiutandosi con un
pennello e poi lasciarlo capovolto a scolare eventuali eccessi.
- Riprendere l’impasto e ribaltare nuovamente sul piano.
- Spezzare nel peso richiesto (10% in più della capacità dello stampo).
- Procedere con una prima pirlatura seguita da un periodo di riposo all’aria
di circa 15-30 minuti. Questo tempo è importante affinchè la massa si asciughi
e prenda forza prima di precedere alla seconda pirlatura in cui troveremo un
impasto più tenace e sostenuto. Procedere con la pirlatura finale.
- Porre il panetto in modo corretto all’interno dello stampo imburrato, cioè
con la chiusura del panetto (la parte che prima posava sul piano) verso un
laterale dello stampo.
Coprire con la pellicola e mettere a lievitare alla temperatura
possibilmente costante di 30°C per circa 8/10 ore.
- Quando l’impasto arriva a 2 cm sotto il bordo dello stampo, accendere il
forno a 150°C e nel frattempo togliere la pellicola dallo stampo e lasciare
10-15 minuti all’aria, così che si formi in superficie una sottile pellicina
asciutta
- Prima di infornare fare dei fori piccoli sulla cupola usando uno spillo, per
evitare la formazione di grosse bolle d’aria in cottura.
- Cottura a 150-155°C per circa 50-55 minuti: è cotto quando raggiunge
al cuore, cioè nel suo centro, la temperatura di 94°C. fare gli ultimi 10
minuti di cottura con la porta del forno socchiusa da un cucchiaino frapposto
alla chiusura, simulando la valvola aperta dei forni professionali.
- Sfornare subito e tenere nello stampo per almeno un’ora, poi girarlo e
liberarlo dallo stampo.
- Far raffreddare almeno 10 ore prima di riporlo in un sacchetto per alimenti
ben chiuso.
- Tenerlo almeno 3-4 giorni chiuso prima di assaggiare, per far maturare
sapori e profumi.
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a volte, quando calano le energie, quando mancano le forze e le convinzioni, quando ci si perde per strada e tutto sembra farsi difficile....
per fortuna, arrivano gli auguri di un amico:
" Ti auguro di imparare a desiderare quello che vuoi essere,
perché a quel punto potrai essere tutto ciò che vuoi"
e so che troverò una mano tesa...grazie...
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Ciao Eleonora, grazie per i tuoi commenti e ancor prima per esser passata da me perchè così ti ho scoperta. Mi fa molto piacere incontrare altre appassionate di pasticceria, soprattutto quelle così brave come te ! Ti aggiungo anche alla blog roll così non ti perdo di vista. Con Favorito ho fatto il corso dei grandi lievitati all'Etoile
RispondiEliminaCristina, grazie a te per la tua visita qui e per le tue parole. Non credo di essere molto brava, ma appassionata sì! E golosa. :-)
Eliminache bello poter fare dei corsi con bravi maestri...fa crescere e incontrare persone con cui confrontarsi. Hai avuto una bella occasione, come l'hai trovata?
ciao!
Brava Amica mia. Un post che mostra abilità e convinzione.....hai realizzato un bellissimo pandoro. Non poteva certo rimanere nascosto!! Chi se ne frega delle diete e delle frittelle di carnevale..io ne mangerei molto volentieri una fetta :)
RispondiEliminaLe parole degli amici sono sempre quelle che arrivano al cuore. Tienile sempre con te!
Ti abbraccio stretta :*
PS: a quando un dolce insieme? :')
grazie Michi!!!! te la farei assaggiare volentieri una fetta!!!! era così buono che mi ha resa felice. :-)))
Eliminaper il dolce assieme...dai che ci organizziamo...torta-monoporzione al piatto-in bicchiere...qualcosina di buono e carino.
(per il mio primo post a quattro mani)
e abbraccio io te!
E hai fatto benissimo a pubblicarlo, che volevi aspettare 11 mesi??? Io faccio veneziane e impasti di panettone tutto l'anno e me ne frego altamente di chi pensa che non è il tempo. Ognuno fa quello che gli pare e quando gli pare ... tornando al tuo pandoro, conosco la ricetta, ho provato anche io a farla, davvero un buon Pandoro. Ti faccio davvero tanti complimenti, ottima riuscita. Scusami un attimo ma quando è stato il tuo compleanno?? Tanti auguri tesorooooooooo ♥
RispondiEliminaTerry grazie di cuore! per i complimenti e per gli auguri...
Eliminain effetti era tanto buono e ne sono felice. :-)
così per il prossimo Natale ho un buon punto di partenza per provare ancora, e sperimentare altro.
ho compiuto gli anni...il primo! :-)) e mi sono fatta una torta molto cioccolatosa!!! (ah...e con mosto cotto dentro...e fichi...ingredienti che ben conosci anche tu)
Ciao Eleonora!!!
RispondiEliminaHai fatto benissimo a postare il pandoro, tra l'altro è meraviglioso., sei stata bravissima!!!
E fai i complimenti al tuo amico, perché la frase che ti ha scritto è molto bella!!
Buona settimana! <3 Roby
:-)
Eliminagrazie Roberta!
pensa che l'ho trovato così buono che avrei quasi voglia di farlo di nuovo!!!!
mi fa piacere che sei passata a trovarmi. :-*
ciao!!!
Tutto perfetto, bravissima! ;)
RispondiEliminaGrazie!!!
EliminaGrazie per la vostra traccia qui.
Grazie per la splendida ricetta che avete condiviso, e che mi ha permesso di fare questo buonissimo pandoro...mi spiace non sia più Natale!!!! ;-)
Ele, sei un fenomeno!!!
RispondiEliminaStai producendo un dolce più bello dell'altro!
E poi lo dico sempre: mica bisogna aspettare per forza Natale per pandori e panettoni!
p.s. condivido le tue varianti in rosso ;)
era così buono che davvero avrei voglia di rifarlo, per pura golosità!!!
Elimina:-)
le modifiche ad ingredienti e procedure sono state necessarie per adattare la ricetta alla disponibilità di ingredienti che avevo e alle capacità della mia impastatrice...e il risultato è stato ottimo.
e grazie grazie grazie per i tuoi complimenti! Li apprezzo davvero molto!!!
Ciao Eleonora, davvero complimenti per il tuo pandoro, e venuto davvero splendido !!!!!
RispondiEliminama che sorpresa!!!! bello vederti qui!!!
Eliminagrazie Jerry per le tue parole.
sono rimasta soddisfatta di questo mio primo pandoro...
sarà il giusto trampolino di lancio per gli esperimenti del prossimo Natale.
ciao!
Incantata. assolutamente incantata da questo pandoro che MAI potrebbe essere definito tardivo. Nemmeno ad agosto! Straordinaria, Eleonora!
RispondiEliminaUn caro saluto ancora
MG
dai, sei capitata pure qui oggi? :-) ti stai facendo un tour goloso!
Eliminagrazie mille per questi complimenti...e sai che...lo ricordo così buono che avrei voglia di farlo al posto delle colombe?!?
:-)))
Ciao Eleonora, sono incuriosito dal fatto che bisogna "cuocere" gli stampi vuoti la prima volta altrimenti il pandoro resta bianco e puzza. Potresti spiegarti meglio ??.
RispondiEliminaCiao egrazie
Stefano
ciao... ho risposto sotto
EliminaBuongiorno vorrei sapere di più su come cuocere gli stampi di alluminio prima dell'uso. Grazie.
RispondiEliminaciao, scusa per il ritardo della mia risposta (immagino tu sia Stefano che aveva già scritto...). Nel caso di stampi di alluminio nuovi, potrebbe succedere che si ottengano dei pandori dalla superficie bianca ed un po' umida. Per ovviare a ciò, occorre fare (una volta sola) una "bruciatura" dello stampo: leggermente unto di olio, vuoto, lo si cuoce in forno, circa mezz'ora a 200gradi. Poi si tira fuori e si fa raffreddare.
EliminaIn ogni caso, puoi anche chiedere al tuo venditore, perchè per esempio ci sono stampi a cui questo non serve (quelli con rivestimenti antiaderenti).
... buoni impasti!!! ... Eleonora